BARBATELLE: l’impianto di un nuovo vigneto
Come può un vignaiolo investire nel proprio futuro? Noi lo facciamo attraverso le nostre vigne. Ecco perché in prossimità della stagione primaverile, nella nostra Tenuta Paraida, ci siamo dedicati all’impianto di un nuovo vigneto con barbatelle di Negroamaro.
DALL’IDEA ALLA SUA REALIZZAZIONE
Un progetto che parte dalla fine della scorsa estate quando, scelto il terreno più adatto per il nuovo impianto -una distesa di due ettari in agro di Copertino- abbiamo avviato le operazioni di concimazione e di scasso.
La concimazione consente alla sostanza organica distribuita, di essere inglobata nel terreno con la successiva aratura; mente l’operazione di scasso consiste nel rompere i vari strati del terreno e renderlo maggiormente soffice, per facilitare la radicazione delle future piantine.
Il vomere ed il suo scalpello i protagonisti.
Il terreno così lavorato migliorerà sia sotto l’aspetto dell’ossigenazione che sotto l’aspetto idrico.
A concludere questa fase preparatoria è stata la livellatura del terreno.
Con questa operazione si eliminano le zone di ristagno di acqua, che provocherebbero un eccesso di umidità non gradita al futuro vigneto.
Trascorsa tutta la stagione autunnale ed invernale, l’attesa si è conclusa con l’arrivo della primavera, quando la terra scaldata dal sole stagionale è stata nuovamente pronta ad accogliere un nuovo fertile ciclo di vita.
E così ritornati in Tenuta Paraida ci siamo messi all’opera per mettere a dimora le nostre barbatelle.
I calcoli ci sono venuti in aiuto per poter “costruire” la struttura del nuovo vigneto.
La squadratura del terreno servirà a definire i confini dell’impianto e garantirne un perfetto allineamento dei futuri pali con le piante.
Il picchettamento tramite delle aste starà ad indicarne i punti precisi in cui verranno messe a dimora le barbatelle.
Nel vigneto così strutturato sono state utilizzate circa 4.500 barbatelle, calcolando anche gli spazi di manovra per filari -in entrata ed in uscita- in modo da rendere agevoli e sicure le future operazioni con i mezzi agricoli.
LE BARBATELLE: DA PICCOLI TRALCI A FUTURI CEPPI
La grande forza della vite è anche la sua capacità di rigenerarsi.
Ogni suo tralcio reciso per talea produce nuove radici (la cosiddetta barba, da cui il termine barbatelle) e si avvierà a vita propria.
Le barbatelle oggi sono generalmente prodotte da vivai specializzati, ognuna con il suo passaporto che racchiude tutte le informazioni tecniche e fitosanitarie di riferimento. Il loro tocco di colore è dato dalla paraffina liquida che le protegge dalla disidratazione per il tempo del reimpianto e contemporaneamente consente di far ritardare la nascita delle foglie, per favorirne lo sviluppo delle radici.
L’innesto: l’unione è forza
L’operazione di innesto delle barbatelle ha le sue origini circa 150 anni fa.
A conclusione di questa pagina difficile della viticultura europea, durata più di cinque anni, si è reso necessario trovare e sperimentare una soluzione alternativa efficace per la coltivazione della vite.
In quegli anni l’Europa dovette fare i conti con un feroce parassita, la Fillossera, diffusasi attraverso le barbatelle provenienti dal Sud America.
Questo parassita aggrediva l’apparato radicale della vite provocandone la morte nel giro di 4 o 5 anni. Fu un duro colpo per la Vite Europea (Vitis Vinifera) che, come facilmente intuibile, provocò dei danni gravissimi a tutto il settore vitivinicolo e collaterale. Il punto di svolta giunse solo quanto si osservò che questo parassita aggrediva invece solo marginalmente la Vite Americana (Vitis Rupestris), sulla quale i danni si focalizzavano prettamente nell’apparato fogliare.
Così, negli anni, studiando e comprendendo bene la biologia della Fillossera, si giunse ad un’unica ed efficace soluzione del problema: per salvare la Vite Europea la si doveva innestare a quella Americana.Le operazioni di innesto produssero la cosiddetta barbatella “bimembra”, ovvero l’impianto radicale della Vite Americana (detta quindi porta innesti) e la parte superiore della Vite Europea (identificata come nesti).
LE BARBATELLE POCO PRIMA DELLA MESSA A DIMORA
Finalmente le barbatelle di Negroamaro precedentemente acquistate giungono in cantina.
Ora dedichiamo a questi piccoli “tralci” incastri di tempo e di tecniche, per concedere loro le condizioni ottimali al successivo radicamento.
Ultimi passaggi prima dell’impianto sono la potatura delle radici (i cm giusti faciliteranno la messa a dimora nel terreno) ed il riposo in acqua -sino al trasporto in vigna- per permettere una buona idratazione dell’apparato radicale, precedentemente reciso.
Un lavoro manuale, sapiente e paziente, essenziale per la fase successiva.
L’IMPIANTO: UN NUOVO VIGNETO IN COSTRUZIONE
Siamo giunti alla fase conclusiva dell’impianto nel nuovo vigneto di Negroamaro in Tenuta Paraida.
Il lavoro di squadra ancora una volta ha caratterizzato la nostra attività, competenza e metodo ci hanno permesso di essere soddisfatti del risultato ottenuto.
Questa grande distesa di rossa terra tra qualche tempo si alternerà ai filari di vite, in un mutare di colori e scenari correlati alle stagioni.
Tutto ciò ci affascina da sempre e ci rende profondamente legati ai nostri vigneti che pazientemente accudiamo sin dalla loro messa a dimora.
Le barbatelle, dopo il loro riposo in cantina, sono pronte per essere interrate. Seguendo la linea dei futuri filari -tracciata sul terreno nei giorni precedenti- vengono adagiate ciascuna al proprio posto di appartenenza regolarmente distanziate.
Si procede coordinando operazioni consecutive.
La pressione dell’acqua ci aiuta a creare un foro nel terreno e la stessa fungerà anche da riserva idrica per le giovani barbatelle.
Subito dopo, tramite un apposito attrezzo denominato “forchetta”, verranno interrate lasciando a vista solo il punto di innesto. Pareggiato e compattato il terreno intorno a loro, ecco che la messa a dimora potrà dirsi conclusa.
Quando tutte le barbatelle saranno state interrate immaginiamo già il vigneto che diverrà, la fatica e il sacrificio nel farlo crescere ma anche la bellezza e la passione di questo aspetto della nostra “azienda a cielo aperto”.
Buona fortuna piantine!
Accompagneremo la crescita delle barbatelle, condivideremo le cure di cui necessiteranno durante il loro processo di trasformazione e documenteremo la loro evoluzione in vigneto.
Se vorrai monitorare con noi questo percorso ti aspettiamo sul nostro profilo Instagram.
||| Instagram: @vitivinicolamarulli